FINO A PROVA CONTRARIA – GIANCARLO CAPOZZOLI
Roma. Guerra in Ucraina. Una intervista all’Ammiraglio Ferdinando Sanfelice di Monteforte
GC: Gentilissimo Ammiraglio, a partire dalla sua esperienza come professore di Studi Strategici, dopo quasi tre settimane di guerra per l’invasione dei Russi e di combattimenti, a che punto siamo?
FSM: Mi induce a ritenere che siamo in una situazione in cui i Russi incontrano difficoltà (fango per il disgelo e forte resistenza ucraina) e gli Ucraini stanno esaurendo le risorse alimentari e belliche. Nessuna delle parti, quindi, è disponibile per colloqui di pace finali.
GC: Il nostro Paese, a suo avviso, è pronto per, eventualmente, affiancarsi agli Alleati o all’UE in caso di necessità? Dopo tanti anni di tagli alle risorse e al personale..,
FSM: Dopo 15 anni di incarichi internazionali, specie come Rappresentante Italiano allaa NATO e alla UE, Le posso dire che, anche se, negli ultimi anni, le nostre FFAA hanno saputo sviluppare capacità, sia pure, per il momento, solo a livello qualitativo, bisogna capire che non si è mai abbastanza pronti, sul piano quantitativo, a situazioni di conflitto ad alta intensità, dove è necessaria anche la quantità, insieme ad un’evoluzione accelerata della tecnologia militare.
GC: Sì, appunto. Le nostre forze armate hanno puntato sulla qualità sacrificando la quantità. E’ necessario, secondo Lei, un cambio della struttura della nostra difesa, magari puntando ad un modello analogo a quello simile alla guerra fredda?
FSM: La minaccia che potremmo trovarci a fronteggiare non sarà prevalentemente terrestre. Le nostre forze di terra avranno un ruolo da seconda linea, mentre le nostre forze navali e aeree avranno un impiego immediato, sul fronte e per funzioni difensive e di protezione. Non vanno trascurati, poi, la difesa antimissili balistici e la guerra cibernetica, con quest’ultima che sta iniziando solo da poco a trovare un posto adeguato.
GC: A partire da quello che ci ha appena detto, secondo Lei, sarebbe opportuno che l’Italia seguisse il Regno Unito ed il Canada nel chiudere i porti alle navi russe?
FSM: In tutte le crisi internazionali degli ultimi 50 anni, il nostro governo ha sempre mantenuto una porta aperta ai negoziati, pronto ad agire, al momento giusto da mediatore tra le parti. Non dobbiamo, quindi, essere più realisti del re, e compiere azioni al di là di quanto concordato in sede NATO/UE.
GC: Quale è, dunque, a suo avviso, il modo migliore nella gestione della attuale crisi?
FSM: Quello di sedersi sulla riva del Gange per veder passare il cadavere del nemico. La Russia non sta riuscendo a domare il popolo ucraino, soffre sempre più per le sanzioni, e prima o poi entrerà in crisi. Mai precipitare gli eventi, quando il tempo gioca a nostro favore!
GC: A partire da questa grave crisi, quale può essere il futuro atteggiamento delle Forze Armate nei confronti della Russia?
FSM: Nulla di diverso dall’atteggiamento del governo. Il problema, infatti, è “ si possono stabilire relazioni normali con un Paese che si comporta in questo modo?”
GC: La degenerazione del conflitto sembra sempre più probabile. Da un punto di vista geopolitico lo ritiene possibile soprattutto in vista di una presa di posizione più netta di altri stati egemoni come la Cina?
FSM: La degenerazione di un conflitto è uno spettro che aleggia in ogni situazione di conflitto armato. Ma esistono sempre la stanchezza della guerra e l’esaurimento delle risorse, a contenere l’escalation.
GC: Come vede l’Italia posizionarsi nella corsa verso lo spazio?
FSM: Nella costruzione di capacità per una guerra spaziale l’Italia è partita anni fa. Abbiamo un’expertise non da poco e la possiamo utilizzare anche per gestire conflitti, qualora ce ne sia bisogno. Certo, si dovrà prima pensare alla difesa dai missili balistici e poi a costruire altre capacità
GC: L’atteggiamento di Putin nei confronti della minaccia nucleare si è fatto sempre più minaccioso. Lei cosa pensa a riguardo?
FSM: Il solo fatto che vi abbia accennato lo pone al di fuori della comunità internazionale, ed è un argomento in più per classificarlo come un criminale di guerra. Certo che è pericoloso.
GC: Il ruolo di Anonymous può aprire nuovi scenari di questa guerra ibrida che stiamo vivendo. Mi chiedo e le chiedo (la posizione di diversi esperti a riguardo è diversa: alcuni si aspettavano attacchi più decisi. altri sono sorpresi della assenza-in pratica- di una guerra cyber..finora…): quanto la cyberwar sarà parte determinante del conflitto in corso? Che rischio c’è per il nostro paese?
FSM: Abbiamo iniziato tardi, ma fortunatamente la NATO ha sviluppato capacità da tempo. Certo, il settore cyber warfare delle nostre FFAA va sviluppato. Abbiamo comunque buone capacità in campo industriale e potremo avvalerci di queste, in caso di bisogno.
GC: Gli USA avessero avvisato l’ Europa delle intenzioni di Putin, ma non sono stati creduti. A chi va imputato? All’ intelligence” oppure ai governi?
FSM: Noi Europei abbiamo sperato, fino all’ultimo che il livello di interdipendenza costruito negli anni, proprio per prevenire un conflitto con la Russia, fosse un modo efficace per calmare le acque. Ora lo stiamo smontando, pezzo per pezzo, sia con le sanzioni, sia con la “de-russificazione” degli approvvigionamenti energetici, sia infine con la fuga di industrie e di capacità occidentali.
Non è vero che non abbiamo creduto agli USA: abbiamo fatto tutto quello che potevamo per sventare una guerra.
GC: L’Afghanistan e l’Ucraina ci dicono che stanno mutando le prospettive del mondo occidentale. Lei è d’accordo con questa analisi?
FSM: La nostra opinione pubblica si sta accorgendo della pericolosità del revanscismo, cosa che peraltro era nota – e temuta – a livello governativo. Ma non si deve dimenticare che vi sono altri revanscismi, quello islamico e quello cinese. C’è un tempo per i negoziati e, se questi falliscono o non vengono condotti, si arriva al conflitto e alle prevaricazioni, come nel caso dell’Ucraina
GC: La questione della Difesa europea è tornata prepotentemente al centro della discussione politica anche. Cosa occorre per trasformarla in realtà? Quanto crede sia possibile realizzare anche una intelligence che operi a livello europeo ?
FSM: La Difesa europea non può prescindere dalla NATO: l’Occidente, senza gli USA, non è in grado di fare molto, a parte svolgere il ruolo di pompiere in caso di crisi locali. L’idea della Identità Europea di Sicurezza e Difesa (IESD), all’interno dell’Alleanza sta riprendendo piede, dopo essere stata accantonata a suo tempo, nel 1991.
GC: Torniamo al conflitto in corso. Come sta cambiando la strategia militare russa in Ucraina? Quali sono le armi usate? Quali sono le armi che hanno ucraini?
FSM: Senza andare nei particolari, i Russi si sono illusi di condurre una guerra convenzionale, malgrado il loro materiale fosse scadente, e gli Ucraini hanno puntato sulla guerriglia, attaccando le linee di comunicazione (rifornimento) nemiche. Poi, con i missili antiaerei e anticarro, forniti dall’Occidente, hanno creato gravi difficoltà al nemico. Un ruolo importante sembra lo stiano giocando anche i droni.
GC: Crede che fornire armi al popolo e al Governo ucraino possa comportare una escalation del conflitto ? Lo stesso Putin, soltanto ieri, ha minacciato questo …
FSM: Certamente, ma è anche un segnale che l’Occidente considera il comportamento russo inaccettabile e che la questione non finirà con la conclusione del conflitto. La Russia, su scala maggiore, sarà sottoposta a una serie di provvedimenti – anche giudiziari – ben dopo la fine del conflitto.
GC: A suo avviso, i russi resteranno nel paese dopo queste prime settimane di operazioni?
FSM: Sarà difficile, per loro, lasciare l’Ucraina senza apparire sconfitti, davanti a tutto il mondo. Il rischio di cadere in uno “scenario afghano o iracheno” in piena Europa non è secondario.
GC: A partire dalla sua esperienza, quanto possono durare le operazioni militari principali?
FSM: Non è possibile saperlo. Ma la guerra non finirà con la resa delle forze regolari ucraine. La possibilità che il popolo ucraino scateni una lunga guerriglia non è da scartare..
GC: Quali sono rischi di una escalation del conflitto?
FSM: Una situazione di tensione e di rapporti ridotti al minimo con la Russia, nel migliore dei casi, la terza guerra mondiale nel caso peggiore.
GC: E dunque, quale può essere una via d’uscita a questa crisi? Politica? Diplomatica? Militare?
FSM: Oramai, la via d’uscita non è dietro l’angolo. Servono sforzi politici, diplomatici e militari, ben coordinati, senza fornire pretesti alla Russia per scatenare una guerra totale.